lunedì 30 agosto 2010

Arthur

Con le ali ai piedi
Fuggito da Charleville
In cambio di un orologio
Le luci di Parigi
Il fumo di Londra
“Visto abbastanza
La visione si è incontrata in ogni aria
Avuto abbastanza.
Frastuono delle città, la sera e al sole
Sempre
Conosciuto abbastanza. Le decisioni della vita
O frastuoni e Visioni”
Giovane poeta
Maledetto profeta
Con odio e livore
Hai lisciato le ossa
Alla vecchia scassata borghesia
E così sia
“Hai creato tutte le feste
Tutti i trionfi
Tutti i drammi
Hai cercato di creare nuovi fiori
Nuovi astri, nuove carni, nuove lingue
Ma dovesti seppellire l’immaginazione e i ricordi”
Allora basta poesia
Allora via via
Nelle terre d’oriente
Con in tasca la noia
Incontrasti la follia
Maledetto dolore
La gamba fa male
Le luci di Marsiglia
La gamba fa male
Avuto abbastanza
Conosciuto abbastanza
Arthur Rimbaud

domenica 8 agosto 2010

libera

qui riporta: puoi vedere subito quale sarà l'aspetto bel tuo blog prima di pubblicarlo.
Medita, medita..donna,
sei libera

giovedì 15 luglio 2010

Mi sei venuto in mente

Non sopra
Non dietro
Nemmeno di fianco
Credo tu sia precocemente poetico

venerdì 9 luglio 2010

Annusare calzini: il feticismo di una "nuova società"

Anche io sono feticista. Svelato un segreto, che non era neanche poi così nascosto. Basta dedurlo sbirciando nella mia borsa. Biglietti del cinema di due anni fa. Con un certo sforzo ricordo la serata, niente di che, ma mi sembrava chissaché. Un tappo della birra, Chissaperché. Il tappo di sughero di capodanno: che porta fortuna. Pensa se non ce l'avessi, allora, che mi poteva capitare? La lista della spesa scritta da quel bell'uomo con la grafia elegante, per una festa. La piantina di una città lontana, se mai dovessi tornarci, dovrò ricordarmi di averla.
Bisogna ammettere, è un feticismo moderato. Lo tengo sotto controllo. Ma rompiamo questi schemi mentali, immaginiamo un mondo nuovo, in cui noi donne finalmente diamo un calcio a tutte queste convenzioni e perbenismo sdolcinato che distinguono per forza i pensieri femminili da quelli degli uomini... diciamo la verità e liberiamo la nostra parte feticista!
Quando torna da una corsa in bici, guardare ammirata che si toglie i calzini di spugna, prenderli in mano come una reliquia, e tenerli sotto il cuscino, per non dimenticarne l'odore... Cercare di liberarlo dalla sua tuta superattillata, che proprio non si vuole scollare, e mentre impreca (mi sembra di scuoiarlo), tenere da parte un ciuffo di peli, come si usava fare con una ciocca di capelli tanto tempo fa... Strizzare i suoi boxer e non ridarglieli più...
Sogni erotici di Irina Palm.

giovedì 8 luglio 2010

"Sono un guerriero astuto e compassionevole che trova il lato divertente in ogni sfida"

Sono a corto di idee (era inevitabile) e anch'io mi sto accorciando, infeltrendo, rimpicciolendo (ancora?), mi riduco in goccioline che scivolano su quello che resta di me e lasciano un alone umido anche un po' oleoso (pelle grassa!) sul pavimento, non posso che tornare alle origini: poltrire e lasciarmi andare, intontita e anestetizzata_ho i piedi gonfi?_che mi importa, li metto in aria da sdraiata sul pavimento, mica devo camminare!_ sudo nei palmi delle mani?_ che mi frega tanto non devo toccare nulla(oggi Irina è in ferie!). Mi lascio trasportare da pensieri stupidi e inutili tipo quello sul caldo mentre noto con piacere di non essere la sola (altro pensiero stupido, inutile e alleato!)
Quando in un posto fa caldo penso che qualunque altro posto sarebbe uguale con tutto sto caldo, invece, se mi addentro nelle sfumature del caldo trovo ambienti ancora più caldi ma poi scopro che un caldo vale l'altro! Inutile ti abitui subito (è come....lasciamo perdere pensieri da Irina). Non li capisco quelli che vanno in giro alla ricerca del posto meno caldo tanto avranno caldo comunque. Col caldo l'unica cosa è non affannarsi, continuare a fare pensieri stupidi e a parlare del caldo, che poi è una roba che faccio anche col freddo, con la pioggia ecc. Allora mi chiedo: non esiste proprio la condizione atmosferica che riesce a mettere in moto qualcuno dei miei neuroni? Poi mi dico meglio così...Così non faccio danni, c'è troppa gente affannata che mette in moto il cervello e inquina un casino!

giovedì 1 luglio 2010

Prima o poi esplode

La guardava con preoccupazione tutte le mattine, prima di andare al lavoro. E tutte le sere quando tonava a casa. Così non andava bene, lo sapeva da tempo. Ogni tanto perdeva acqua e poi quella spia rossa accessa non erano affatto un buon segno. Ma ogni mattina attaccava mentalmente un post-it delle cose da fare quando avrebbe avuto un attimo di tempo: chiamare il tecnico per la caldaia.
Poi la stanchezza al calar del sole rimandava l'impegno al giorno dopo. Tanto era sempre lì. Sempre uguale. Sempre preoccupante allo stesso modo. Come una macchia sul muro, una ferita che non si rimargina, quasi quasi dopo un po' ti ci affezioni.
Sarebbe rimasta così chissà quanto tempo, se non fosse successo che iniziò l'inverno. Non l'inverno di neve e ghiaccio improvviso, ma appena un accenno di inverno, solo un filo d'aria tagliente come una lama, un brivido in piena notte. E prima di andare al lavoro, alzò la temperatura di mezzo grado. Si chiuse la porta alle spalle, incurante.
Fu una lunga giornata, senza un attimo di respiro, tra incombenze, pratiche da sbrigare e telefonate e arrivò a casa con la testa in una boccia di vetro, le sensazioni ottuse, distratte. Come nel dormiveglia compì gli stessi gesti di sempre automaticamente. Lavarsi le mani, le faccia, aprire la porta del bagno... con quel retrogusto di preoccupazione e di dubbio costanti.
In una frazione di secondo, un boato, un getto potente, gli bloccò il respiro.
La caldaia era esplosa!
Sembrava un sogno assurdo, invece era vero, o forse no, chissà. Incapace di muovere un dito, incapace di urlare o piangere, forse anche di respirare, stava a guardare imbambolato il disastro scoppiato nel suo bagno, l'intonaco che gli cadeva a fiocchi intorno alla testa, l'acqua bollente che gocciolava dai muri, il vapore che fluttuava nell'aria.
Il flusso dei pensieri era bloccato, le parole svanite.
Pensò, ad un certo punto. Che era uno spettacolo indimenticabile.

(Sandy)

domenica 20 giugno 2010

Torino sotterranea

Pietro Micca.
Il primo passepartout torinese.
Perchè passava dappertutto, lui.
Pietro Minchia.
Aveva i coglioni, lui.

(Donna Fugace)